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Fosso Pampalone - Macchiagodena
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Tale fatto ha costituito la motivazione della ricerca archeologica, con un intervento di somma urgenza in seguito ad un'aratura in profondità, avviato il 26 maggio 2004. Durante le ricognizioni preliminari è stato raccolto interessante materiale a vernice nera e acromo, scorie di ferro e di ceramica, e un bollo latino su tegola C. FERI, in cartiglio rettangolare (lungh. cm 6; alt. cm 2, 8 alt. delle lettere cm 1,8; argilla nocciola poco depurata), disseminati su di un'area piuttosto vasta.L’area indagata è costituita da due saggi, uno di 10 x 8 m, ed il secondo di 4 x 4 m.
Nel saggio 1 è stato messo in evidenza il pavimento di un ambiente, con orientamento est-ovest, dotato probabilmente di un banco in legno con base in muratura lungo il muro nord, con pavimento in calce su solido supporto di preparazione, decorato all'intorno da una fascia di tessere di mosaico nere, contornata da linee di tessere bianche.
Il manufatto era coperto da uno strato nero di bruciato US 4, costituito da numerosi carboni, ceramica e laterizi combusti. I livelli relativi alla struttura muraria dell'ambiente sono relativamente poco interrati e quindi in parte danneggiati dai lavori agricoli. Nonostante ciò, al di sotto dell'humus ad est dell'ambiente, è stato possibile mettere in evidenza il livello stratigrafico relativo ad un crollo, in cui sono ben visibili tracce di incendio e di distruzione dell'edificio. Sono visibili nello strato un numero cospicuo di tegole e coppi, e un bollo laterizio con cartiglio rettangolare PRIAMI e con stampino superiore a testa di toro.
Al disotto di tale strato di distruzione si sono evidenziate alcune strutture in scaglie di pietra calcarea legate con malta, con andamento est-ovest e in probabile relazione con l'ambiente con pavimento a fasce di mosaico. Si è potuto verificare in parte che alcune murature a secco, pertinenti ad una fase più antica, sono sigillate al disotto di uno strato di argilla di color grigio che in parte è stato asportato dai livelli agricoli.
Per quanto concerne il livello di incendio e distruzione dell'US 5, relativamente ai dati raccolti, bollo laterizio latino PRIAMI, già citato, in cartiglio rettangolare con soprastante cartiglio quadrato più piccolo, con testa di toro, che pare inedito (potrebbe riferirsi alla rivolta degli ltalici) e tipologia edilizia dei pavimento con fascia di mosaico, si può ipotizzare una fase di distruzione in età sillana o comunque nell'arco dei I secolo a.C.
Sopra il crollo finale, si è evidenziata una tomba sconvolta, probabilmente tardo-antica: nell'area sono stati infatti raccolti pochi frammenti di sigillata chiara C e D, un'ansa di lucerna chiusa e una monetina di bronzo illeggibile, ma probabilmente tardo-antica.
Il muro, costruito a secco, con pietra calcarea locale di forma regolare, è correlato con alcuni materiali, probabilmente votivi e pertinenti a un culto all'aperto. Lungo il suo lato Est, infatti, si è rinvenuta una patera a vernice nera con graffiti in osco e, accanto a questa, una fibula in ferro mal conservata con pendenti costituiti da due anelli di bronzo e 4 grani in pasta vitrea. A breve distanza si è rinvenuto un interessante louterion acromo (frammenti della stesso tipo con decorazioni a linee incise e a zig-zag erano stati rinvenuti in questa stessa area durante le ricognizioni preliminari), sotto il quale si sono raccolte ossa combuste di animali, tra i quali è stato possibile determinare una seconda falange di bue, una porzione distale di omero ed un astragalo di ovicaprino, una valva di conchiglia (Glycimeris sp.), una patera con relativo coperchio acromi e un balsamario acromo con coperchio a vernice nera. Si sono rilevati ceneri e grossi pezzi di carbone. Da questa stessa area proviene un guttus miniaturistico a vernice nera (diam. cm. 5, 5; alt. cm. 3, 5) e altro materiale cera- mico dei IV-III secolo a.C. che sembra testimoniare la presenza di un luogo di culto all'aperto.
Lo scavo sistematico dell'insediamento permetterà certamente di acquisire importanti dati sul popoiamento dei Sannio Pentro e quindi sarà programmato per i prossimi anni.


Fonte: Lo scavo archeologico di Macchiagodena, località Fosso Pampalone: notizie preliminari, articolo a cura di Mario Pagano e Michele Raddi dalla rivista Conoscenze (anno 1 numero 1-2 del 2004) - Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici del Molise

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