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Fosso Pampalone - Macchiagodena
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Valle Fredda, con la sua posizione geografica gravitante sull'importante asse viario di collegamento tra il Pescasseroli-Candela ed i restanti tratturi dell'Alto Molise, pur avendo carattere di un insediamento secondario rispetto ai principali centri sannitici, rappresenta un luogo fondamentale per il trasferimento degli armenti dall'altura alla pianura e viceversa, e proprio in questa prospettiva l'indagine archeologica potrebbe svolgere un ruolo rilevante, nei prossimi anni, per accertare l'estensione e l'importanza di tale insediamento. Oltre che all'allevamento, i fertili pendii dell'area sono particolarmente adatti alla coltura dei cereali, dei legumi e dei vigneti.
Nonostante non siano mancati finora ritrovamenti sporadici di una certa importanza, come quelli di una brocca tipo Schnabelkanne di bronzo di fine VI inizi V secolo a.C. e di tre situle di bronzo e due tegami, con manico a forma di avambraccio sinistro con mano aperta e a testa di oca, della prima età imperiale romana, da località imprecisate, ora al Museo Provinciale Sannitico di Campobasso, una statua in marmo e ruderi in mattoni rinvenuti nel 1833 in località Santo Stefano, e di una rara moneta di bronzo attribuita alla zecca di Venafro “dal monte sovrastante Frosolone”, il territorio di Macchiagodena rimaneva sostanzialmente inesplorato.
Nella stessa località Santo Stefano, fondo Cepario, è stata ora recuperata una stele funeraria frammentaria con figura femminile togata in calcare del I secolo a.C. (lungh. cm 93; alt. cm 95; sp. cm 32) e due grandi mattoni, che si conservano presso il Municipio. Nella località Santa Lucia, fra antichi ruderi, fu rinvenuta l'iscrizione funeraria CIL IX, 2571.
Una cinta muraria in opera poligonale è nota da tempo nel territorio di Frosolone. Inoltre, sulla piazza antistante il Municipio si conserva un bel leone funerario romano in calcare, che mostra evidenti tracce di riutilizzo come fontana, e che trova molti confronti in ambito sannitico. Il territorio doveva ricadere, almeno in età romana, in quello della vicina Bovianum.
Pur delineandosi nello studio del territorio la fondamentale e naturale funzione di luogo di transito dell'area, lo studio del paesaggio ai fini del rilevamento di insediamenti rurali d'epoca italica ha permesso anche l'individuazione di una vasta area insediata in epoca ellenistica nella località Fosso Pampalone-Piana d'Achilie, sita a m 860 s.l.m.
La scoperta è stata resa possibile attraverso la sistematica ricognizione topografica del territorio avviata dal 1996 nella provincia di Isernia.
La località Fosso Pampalone-Piana d’Achille assume un ruolo primario nello studio degli insediamenti preromani in quanto la sua posizione di mezza costa pone l'accento sui siti prima delle guerre sannitiche ed il suo rapporto con una viabilità fino ad oggi sconosciuta.
Il principale asse viario del territorio in esame era costituito da una via campestre, ancora oggi in parte percorribile, che dalla località Centomani, attraverso Incoronata, San Sisto, Santa Maria in Pantano giungeva presso il Fosso Pampalone per poi attraversare Colle San Martino - ove recentemente è stato individuato un piccolo tempietto -, proseguendo per Frosolone, dove è da tempo nota una cinta fortificata in opera poligonale. La carta I.G.M.I. scala 1:25000 riporta presente nell'area una strada con il toponimo “Via Vecchia”. Proprio durante i lavori agricoli nella località Fosso Pampalone, sono stati rinvenuti da alcuni privati numerosi reperti ceramici.
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