Il tartufo è un frutto della terra conosciuto dai tempi più antichi. Si hanno testimonianze della sua presenza nella dieta del popolo dei Sumeri ed al tempo del patriarca Giacobbe intorno al 1700 - 1600 a.C. I Greci lo chiamavano Hydnon, i Latini lo denominavano Tuber, dal verbo tumere (gonfiare). Gli antichi Sumeri utilizzavano il tartufo mischiandolo ad altri vegetali quali orzo, ceci, lenticchie e senape. Plinio il Vecchio nel libro della Hystoria Naturale ci narra di un pretore, tale Lartio Licinio, che si trovò nella situazione di emettere una sentenza che gli creava un enorme imbarazzo. Un ricco cittadino chiedeva un risarcimento da una persona che gli aveva donato un tartufo contenente una moneta che gli si rivelò solo quando, addentato il tartufo, gli si spezzarono i denti incisivi.
L'opinione di Plinio, nella sua veste di naturalista, era che il tartufo "sta fra quelle cose che nascono ma non si possono seminare". Plutarco azzardò l'affermazione alquanto originale che il "Tubero" nasceva dall'azione combinata dell'acqua, del calore e dei fulmini. Nel passato, non essendo ancora stabilita l'origine dei tartufi, la scienza unita alle credenze popolari coprirono il tartufo di mistero al punto che non si sapeva definire se fosse una pianta o un animale. Venne anche definito come una escrescenza degenerativa del terreno e addirittura cibo del diavolo o delle streghe. Per una ventina di secoli, si è anche discusso sulle proprietà afrodisiache del tartufo.
Navigate through the articles | |
IL TARTUFO nella realtą |