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Il Castello di Venafro - Approfondimento
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Nel XIV secolo, a lavoro ultimato, tutta la costruzione aveva assunto un aspetto unitario e coerente con gli obiettivi funzionali della difesa attiva.
Per questo, per quasi un secolo, non fu sottoposto ad alcuna modifica. Quando però gli Aragonesi affidarono nel 1443 la contea di Venafro a Francesco Pandone, in Europa cominciava a diffondersi l’uso della polvere da sparo. Da quella data in poi, coloro che avevano la cura delle difese, si preoccuparono di apportare alle strutture castellane quei rimedi che, per quell’epoca, apparivano gli unici praticabili. Francesco Pandone fu tra i primi a rendersi conto di questi nuovi metodi di attacco, che consistevano nel provocare brecce nelle parti basamentali delle torri, fino a farle crollare, oppure che miravano a colpire da lontano i camminamenti poggianti sui beccatelli di coronamento. La soluzione più ovvia fu quella di allargare il fossato e rinforzare la base della fortificazione mediante l’apposizione di una braga merlata che raggiungeva il duplice scopo di evitare brecce alle parti strutturali e allo stesso tempo di creare un piano per il posizionamento di artiglierie di difesa. Lo stesso Francesco Pandone, che certamente fece realizzare il grande salone di rappresentanza, sul cui ingresso fece apporre un architrave in pietra di San Nazzario con lo stemma della casata, non riuscì a completare l’opera prima della sua morte. Neppure ne fu capace suo nipote Scipione che ereditò la contea di Venafro nel 1457. Le opere di ampliamento del fossato e della creazione della braga di difesa riguardarono meno della metà del perimetro del complesso e si svilupparono soprattutto sul lato meridionale. In concomitanza con queste opere fu pure completamente ristrutturata la cisterna. Scipione aveva cominciato a rendersi conto che tutta l’opera intrapresa dallo zio Francesco era da considerarsi tecnicamente già superata rispetto alla evoluzione delle armi da guerra e che bisognava passare ad una struttura bastionata se si volevano radicalmente risolvere i problemi difensivi del complesso. La fine del secolo XV segna anche per il castello di Venafro la conclusione di una serie di interventi tutti finalizzati ad adattare la struttura a scopi militari.
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