La Regione
Autonomia regionale giunta a 24 secoli da quella di "Stato", dopo una vita tribolata, di cui si ha un’idea leggendo le pagine più vicine nel tempo: i racconti veristici di Lina Pietravalle, la poesia melodica dialettale di Eugenio Cirese, la narrazione discreta e solenne riservata alle traversie dei deboli di Francesco Jovine.
I frutti dell'autonomia regionale non sono mancati, in particolare per l'avvento di un modello di sviluppo più articolato e partecipato. Si tratta di un processo ancora lento che sconta in gran parte ritardi di un passato troppo eterodiretto. Tra le conquiste maggiori nei vari campi - agricoltura, industria, natura - centrale rimane l'università degli Studi, impegnata a creare un idoneo ambiente per la formazione del capitale umano. Pochi abitanti per il villaggio globale del Terzo Millennio? Se, come afferma il filosofo Otfried Hóffe, la globalizzazione deve fondarsi su una teoria di virtù civili universali con alla base giustizia, federalismo e sussidiarietà, la dimensione di una regione non si può misurare solo dall'entità demografica o geografica, in particolare se trattasi di regione interna e di montagna, perché la montagna potrà salvarci solo se conserverà il millenario rapporto mutualistico con l'uomo.
Votazione definitiva alla Camera dei Deputati del 17 dicembre 1963:
Votanti 536
Maggioranza qualificata 420
Si 495
No 41
(Fonte: Molise da Stato a Regione - a cura di Natalino Paone, Gianfranco De Benedittis - Pubblicazione della Presidenza della Regione Molise)
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