Safina Touta
In realtà, non era solo il pennacchio a distinguere i guerrieri sanniti, ma la forma delle altre armature, alcune delle quali vennero imitate dagli avversari.
Probabilmente ad influenzare la cultura dei Sanniti sotto vari aspetti fu la Magna Grecia, vicina e pre-sente nella stessa formazione della lingua del nuovo popolo: la Tavola di Agnone (III secolo a.C.), sorta di locandina di bronzo appesa nel santuario alto molisano, nel testo presenta grecismi significativi sotto tale aspetto, oltre a testimoniare la forza organizzativa di una "nazione" e la nutrita presenza di divinità femminili nel pantheon di quel popolo.
Lo stesso sistema di fortificazioni si avvicina molto ad un modello di ingegneria militare e civile ad un tempo, se si considera che le cinte sulle vette tra gli 800 e i 1000 metri di quota assicuravano il controllo del territorio dall'alto e delimitavano un’area utilizzabile per allevamento e coltivazione, quindi con possibilità di lunga resistenza al nemico. È noto che i Sanniti avevano l'allevamento alla base dell'economia pubblica e privata, anche se prevalentemente del tipo transumante.
Nell'odierno Molise, allora nocciolo duro del mondo sannitico, sono state scoperte oltre 30 fortificazioni di varia grandezza: la fortificazione di San Paolo, sul Volturno, all'incrocio delle strade Tirreno-Adriatico e basso Lazio-Sannio interno (Sora-Atina- Isernia), ha una cinta di ben 6 chilometri con terreno protetto di oltre 200 ettari. L’uso di tali suoli circoscritti era diverso, perché in qualche fortificazione, per esempio a Pescolanciano, sono visibili residui di fusione, mentre in altre come quella della montagna La Romana di Isernia il disegno pone in cima la cinta di controllo, sul fianco l'abitato e alle falde una necropoli, già utilizzata alla fine del VI secolo a.C.
(Fonte: Molise da Stato a Regione a cura di Natalino Paone, Gianfranco De Benedittis - Pubblicazione della Presidenza della Regione Molise)
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