Quasi uno per paese. Ognuno tra l'impianto longobardo e gli ornamenti rinascimentali, in una successione di trasformazioni che vanno dal castello-fortilizio al castello-residenza feudale, al castello-palazzo rinascimentale. A fianco quasi sempre la chiesa parrocchiale e case a misura d'uomo cucite tra loro e disposte tutt'attorno a corona o a grappolo sul pendio più affidabile.
Calamità naturali e umane hanno spesso ridotto a ruderi molti castelli anche importanti storicamente. Restaurati e visitabili sono alcuni come il castello Pignatelli di Monteroduni, il castello De Capua a Gambatesa, il castello Pandone a Venafro.
Il castello Pignatelli è il classico complesso a pianta trapezoidale con 4 torri cilindriche agli angoli, cortile con scala a giorno del XVI secolo, muro di cinta alto.
Il castello di Gambatesa è più vicino al palazzo, e ha al suo interno ambienti con le pareti interamente decorate con dipinti del manierismo cinquecentesco eseguiti da Donato di Copertino su commissione di Vincenzo Di Capua, duca di Termoli e conte di Gambatesa. Le pitture raffigurano paesaggi, tendaggi, pergolati, scene mitologiche e sono di notevole livello artistico.
Il castello Pandone di Venafro ingloba resti di fortificazione romana, di torri quadrangolari longobarde, di torri cilindriche angioine e il loggiato rinascimentale. Ciò che rende unico il castello è l'appartamento di rappresentanza interamente decorato alle pareti con cavalli dipinti in grandezza naturale completi di epigrafi dedicatorie: Carlo V, Pallotta, eccetera.