Una cerimonia sobria e dal forte respiro culturale ha accompagnato le celebrazioni del 41° Anniversario dell’Istituzione della Provincia di Isernia, contestualizzate nei festeggiamenti del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.
“Sono orgoglioso di essere italiano. Sono orgoglioso di essere cittadino di questa Provincia. Buon compleanno anche a tutti voi”. Ha così esordito il Presidente della Provincia di Isernia nel suo saluto alla numerosa platea di autorità e di cittadini che hanno gremito l’Officina della Cultura.
Nell’occasione si è tenuta la presentazione dell’ultima fatica letteraria del giornalista Rai Massimo Vitale “Briganti, reazioni e piemontesi nel Molise pre e post Unitario dal 1792 al 1870”. Un volume edito da Enzo Nocera che restituisce valore a quegli accadimenti storici che hanno visto il Molise protagonista nel disegno di unificazione dell’Italia e che, sempre, nella storiografia locale, sono passati in secondo piano.
“Una grande nazione cresciuta in questo secolo e mezzo di vita, – ha continuato Mazzuto – affermatasi attraverso prove ardue, attraverso i sacrifici, attraverso il sangue, la fatica, la dedizione di intere generazioni che hanno sempre esaltato l’uguaglianza piuttosto che le diversità, la democrazia piuttosto che la prevaricazione militare. Ed una grande Provincia, quella di Isernia, che quarantuno anni fa venne istituita non con la forza delle armi, ma con la tenacia delle nostre rappresentanze politiche e parlamentari di allora che, attraverso un iter burocratico turbolento, realizzarono il sogno di quei giovani che scesero nelle strade a chiedere l’ardito riconoscimento. E da allora quel sogno continua ancor’oggi con la diretta responsabilità di noi amministratori di alimentarlo attraverso un inarrestabile sviluppo della nostra terra. Un pensiero, in tal senso, va ai dipendenti dell’Ente di Via Berta che in questi giorni, nonostante le difficoltà, stanno dimostrando attaccamento e devozione al loro lavoro, una missione, forse, ancor prima che un impegno professionale”.
Al tavolo, coordinato dal giornalista Mauro Gioielli ed esperto in storie di briganti, hanno partecipato anche l’autore del libro, Massimo Vitale, che ha illustrato il metodo e la ratio dell’opera; l’Avv. Arturo Messere che ha esposto una singolare arringa in difesa del brigante Nunzio Di Paolo, da tutti soprannominato ‘Caporal Nunzio’, Raffaele Colapietra, illustre storico e Professore Emerito dell’Università degli Studi di Salerno e il Governatore della Regione Molise Michele Iorio.
Per Massimo Vitale il libro è una sorta di reportage giornalistico, la cui narrazione risponde alle quattro classiche ‘domande del giornalista’: ‘Chi’, ‘Come’, ‘Dove’, ‘Quando’. “Ho esposto i fatti come si fa su una pagina di giornale il giorno successivo all’accadimento, come se fosse appena accaduto – ha spiegato Vitale –, documentando il tutto mediante ricerche e raccolte di oltre mille atti fotografati e citati nel testo. Un’indagine storica durata due anni che ha visto riportare alla luce vicende del nostro Molise rimaste a giacere per decenni negli Archivi di Stato di Campobasso, Isernia, Caserta, Napoli e nell’archivio storico dello stato Maggiore dell’Esercito a Roma”.
Successivamente la parola è passata al penalista Arturo Messere, il quale, in un’arringa difensiva a favore di Caporal Nunzio, noto brigante che negli anni a cavallo dell’Unità d’Italia si macchiò in diversi paesi del Molise di efferati crimini, è riuscito a far riconsiderare la vicenda del brigantaggio dandone una lettura diversa, parlando di “una lotta di classe, più che di un moto antigaribaldino. Fu una ribellione di un popolo derelitto e misero contro i loro padroni. Un’insurrezione di straccioni affamati che venivano da secoli di sfruttamento”.
Allo storico Raffaele Colapietra, è toccato invece il compito di inquadrare il momento storico a livello locale e nazionale delle vicende narrate da Vitale.
Infine, le conclusioni sono spettate al Governatore Iorio: “Un traguardo per la Provincia di Isernia che si esalta in un momento celebrativo dell’Unità d’Italia che compie 150 anni di vita. E pensare che la nostra Regione è la più giovane tra tutte in Italia e che neppure 50 anni fa esisteva. Oggi, posso asserire con convinzione di essere soddisfatto del lavoro che l’attuale Amministrazione provinciale sta compiendo per mantenere alto il nome e la reputazione di una terra che da quarantuno anni sta portando avanti un ambizioso progetto di sviluppo sociale, economico e culturale”.