L’EREMO DELLE GRAVIDANZE
Ad Isernia, su una collinetta che nasce sulle sponde del torrente Carpino, s’erge una chiesa intitolata ai martiri Cosma e Damiano, che la tradizione cristiana ricorda come i Santi Medici. L’eremo ha storia antica.
Qualcuno dice che esisteva tremila anni or sono, che fosse famoso già ai tempi dei Sanniti e che vi si venerava un dio spensierato ed allegro: Priapo. E’ noto, infatti, che fino al sorgere del XIX secolo, a Isernia, il culto per i Santi Medici era mescolato al culto spontaneo che la gente del luogo nutriva per una divinità rappresentante l’organo generatore maschile. Tale fede era così forte che, a dir del popolo, numerose grazie s’ottenevano presso l’eremo. E si racconta che vi recavano a pregare in special modo le donne maritate senza figli. Una volta se ne riunirono venti. Tutte attendevano una sospirata gravidanza e innalzarono invocazioni: Sante Damiane, Sante Damiane, facce prene tu addimane. Sante Coseme benedette, dacce latte pe ru piette. Le preghiere furono ascoltate. Dopo nove mesi ognuna di loro partorì un bel bambino. L’anno successivo, in ricordo della gravidanza ottenuta, le donne fecero innalzare sul tetto della chiesa una piccola torretta a forma di fallo. Fu quello il loro ex voto.
L’OSTERIA “RU PARAVISE”
gestita da “PATRATERN”
di Giancarlo e Claudio
Antica Porta Mercato
Tel. 0865 414847 – ISERNIA
DOMENICA 26 SETTEMBRE 2010, nel nostro locale, oltre ai piatti che ci contraddistinguono, potete gustare dei
PIATTI TRADIZIONALI DELLA FESTA
DEI SANTI COSMA E DAMIANO
Antipasto: Fegatino di agnello agro dolce.
Primi: Rigatoni al sugo di carne o zita al fornocon polpettine e scamorza.
Secondi: Soffritto di agnello, spezzatino di vitello al sugoo trippa al sugo.
Vi comunico, inoltre, che Domenica 26 settembre, siamo aperti anche la sera.
IL DIAVOLO E L’ANELLO
C’era una volta un contadino molto geloso della giovane e bella moglie. Un giorno l’uomo, dovendo partire per un lungo viaggio, era preoccupato di dover lasciare sola la consorte. Allora chiamò la donna, le mostrò un santino raffigurante i santi Cosma e Damiano e le chiese di giurargli fedeltà. La moglie baciò l’immagine e giurò facendosi il segno della croce. Il contadino, poi, trasse di tasca un anello dalla foggia unica e lo diede alla consorte. “Moglie, - disse - dovrai fidarti solo di chi porterà al dito un anello come questo. Diffida di chiunque altro”. La donna annuì e l’uomo, tranquillizzatosi, partì. Trascorse un bel po’ di tempo, finchè ungiorno la moglie del contadino udì bussare alla porta di casa. Era il diavolo che, tramutatosi in un giovane cavaliere, si presentò alla donna mostrandole un anello identico a quello donato dal marito. “E’ il tuo sposo che mi manda – disse il demonio –, egli dovrà rimanere via ancora per molto e m’ha chiesto di venirti a prendere per condurti da lui”. La contadina si fidò e i due partirono a cavallo. Dopo un pezzo di strada, il diavolo si fermò in un prato e tentò con la forza di possedere la donna. “L’anello tuo per il dito mio! L’anello tuo per il dito mio!” le diceva. La poverina riuscì a divincolarsi e, volgendo le braccia al cielo, invocò aiuto. “San Cosma medicatore, fai fuggire il tentatore!” urlava. E ancora: “San Damiano, dammi una mano!”. Apparvero allora i due Santi Medici che afferrarono la donna e, in volo, la riportarono a casa.
(Leggende tratte dal volume di Mauro Gioielli, l’eremo dell’eros. lafesta dei santi Cosma e Damiano a Isernia, Palladino editore,Campobasso 2001, pp. 33-35).