ROMA – Due decenni di pittura in due opere significative: la prima eseguita agli inizi degli anni Novanta, all’indomani del crollo del Muro di Berlino, con le profonde implicazioni in fatto di speranze per un mondo migliore; l’altra, “Figure rosse”, realizzata di recente e presentata in anteprima, con le sue geometrie taglienti, con le sagome penetranti e il rosso quale colore dominante, è capace di offrire un compendio stilistico e una pienezza che s’armonizza con una quotidianità caratterizzata da un pessimismo prevalente.
Guerino Palomba, noto e apprezzato pittore molisano (di Poggio Sannita), da anni residente a Roma (dopo una proficua parentesi in Umbria), ha esposto nei giorni scorsi nella Capitale, in via Toleimaide, una sintesi della sua ricca produzione. Un evento realizzato in collaborazione con l’associazione “Forche Caudine”, il circolo dei molisani di Roma di cui Palomba fa parte sin dalla fondazione nel 1989.
Dagli anni del liceo artistico di via Ripetta, con i paralleli interventi di restauro su affreschi di arte sacra a Roma, passando per l’arte figurativa, in cui non ha disdegnato il “suo” paesaggio molisano (ha esposto più volte in Molise, da Bagnoli del Trigno a Frosolone, da Poggio Sannita a Isernia), Palomba, attraverso impegnative e continue sperimentazioni, è approdato ad una tecnica superiore, sintetica e sinottica, capace di accendere curiosità e interrogativi, segno di modernità e di sofferta maturità. L’opera “Figure rosse”, di grande impatto visivo e psicologico, ha rappresentato l’assoluta protagonista dell’esposizione.