Domenica 2 Settembre le nozze in costume d’epoca di Tonino Scassera e Mariagiovanna de Bellonia: il regista Pierluigi Giorgio gira un documentario.
Chi in questi giorni di fine estate si è avventurato nei boschi secolari del Matese in visita ai suggestivi borghi disseminati tra i risvolti della montagna, può essersi imbattuto, quasi d’incanto, in una scena d’altri tempi, proiettato all’improvviso e, nel pien della sorpresa, in altra epoca. Un corteo di avvenenti donzelle vestite di tutto punto in costume ottocentesco con cesti colmi di lenzuola, asciugamani e doni in dote ricamati di tutto punto, con gli asini a chiudere, stracarichi di conche di rame, capezziere, materasso e chi più ne ha più ne metta… Ma basta voltar lo sguardo e scoprire che siamo nel pieno di un set cinematografico con tanto di regista e troupe al seguito. Qualcuno potrebbe anche riconoscere Pierluigi Giorgio, noto documentarista di Geo&geo e narratore, con la sua équipe d’elezione, la Produzione Kerem di Casacalenda: Francesco e Pasquale D’Imperio, Gianni Mastrovito, Daniele Fornillo. E’ con loro che ha realizzato i più bei filmati sul Molise: dal “Ceppo di Natale”, a “Trecce di Sole”, alle “Tradizioni regionali”, al “Ballo dell’Orso di Jelsi”, agli “Artegiani, con le mani dell’uomo”. Di buon grado ha accettato l’invito a girare a Roccamandolfi l’evento dell’anno: un matrimonio vero e proprio in costume ed usi d’un tempo tra Tonino e Mariagiovanna. Un evento unico e difficilmente ripetibile, dagli alti contenuti culturali, che si prospetta come una pagina vivente di antropologia visiva. Domenica 2 settembre, alle ore 11.00, nel Santuario di San Liberato Martire, si celebreranno le particolari nozze fra Antonio Scasserra e Mariagiovanna De Bellonia: due giovani laureati in Beni Culturali che hanno scelto di vivere questo momento importante della loro vita secondo le antiche consuetudini nuziali e vestendo i costumi tradizionali molisani raccolti, ormai da anni, con passione e dedizione dal futuro e “pirotecnico” sposo.
Il loro scopo degno di meritoria nota, è quello di voler valorizzare in pieno la cultura popolare, aspetto tra l’altro in cui credono fermamente: il desiderio di vivere con maggiore trasporto il loro matrimonio, rispetto ai nostri tempi. Proprio così, come si faceva una volta, quando la circostanza non era un fatto meramente privato, ma veniva offerto in possibilità partecipativa all’intera collettività.
Non si tratta assolutamente di una rievocazione romantica o di una trasposizione storica, ma di un matrimonio vero e proprio, che sarà celebrato riprendendo e rivivendo alla lettera tutti i riti che la tradizione prevedeva per un cerimonia popolare con una teoria di rituali significativi, fatti di una serie di gesti altamente simbolici, carichi di suggestione e di cui ormai se ne è perso il ricordo con la scomparsa di quegli anziani ultimi detentori del grande patrimonio culturale immateriale molisano.
Non solo gli sposi e i compari indosseranno i costumi tradizionali, ma anche gli oltre cento invitati provenienti dai paesi disseminati intorno alla vallata di Bojano e del Matese. I gruppi vestiranno quanto di meglio possono offrire i loro borghi: una miriade di colori, tra il luccichio di gioielli e la policromia dei costumi, che invaderà le viuzze del centro storico di Roccamandolfi, al passaggio del corteo della sposa accompagnata da invitati a cavallo e allietata dal suono di zampogne ed organetti.
Alla cerimonia religiosa - sottolineata dal canto del coro della cattedrale di Campobasso diretto dal maestro Antonio Colasurdo - prenderanno parte le più alte cariche politiche della Regione. La tradizione non si esaurirà in chiesa, perché anche il banchetto nuziale seguirà le antiche consuetudini, agli ospiti, infatti, saranno serviti pasti tassativamente tradizionali.
N.B. Per esigenze logistiche connesse agli spazi ridotti del Santuario di San Liberato l’accesso in chiesa sarà consentito alle sole telecamere di Geo&geo. Tuttavia, il regista Giorgio e la sua troupe si sono resi disponibili, su richiesta, a fornire agli organi di informazione locale 5 minuti di immagini per il diritto di cronaca.