È già pronto “Il Foglio volante” di agosto
È pronto e sta per essere spedito agli abbonati “Il Foglio volante” di agosto 2012. In apertura del mensile un articolo di Aldo Cervo dal titolo “Le nuove divinità”. Seguono testi di Loretta Bonucci, Se-rena Cucco, Carla D’Alessandro, Filippo De Angelis, Antonio De Marchi-Gherini, Vito Faiuolo, Olga Di Martino Renzulli, Amerigo Iannacone, Tiberio La Rocca, Pierangelo Marini, Adriana Mondo, Fryda Rota, Gerardo Vacana.
Ricordiamo che chi desideri abbonarsi o ricevere copia saggio, si può rivolgere a edizionie-va@libero.it o può telefonare al n. 0865.90.99.50.
Dal “Foglio volante” di agosto riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura e un breve testo dal-la rubrica “Appunti e spunti - Annotazioni linguistiche” dal titolo “… E poi il Fiume Giallo”, titolo che è stato poi esteso al nuovo libro di Amerigo Iannacone, appena uscito per le Edizioni Eva di Venafro.
Le nuove divinità
Un tempo antichissimo sull’Olimpo soggiornavano divinità con tanto di volto. C’era Giove con Era, sua moglie, poi Pal-lade-Atena e Afrodite con Apollo, Marte e Mercurio. Altre poi, pur avendo il loro scanno riservato, sull’Olimpo ci andavano solo quando vi si teneva qualche collegio o corso di aggiornamento, distaccate com’erano in siti di pertinenza. Poseidone, per esempio, se la passava negli oceani a studiarne correnti e maremoti, Eolo andava già mettendo a punto fonti di energia alter-nativa preparando schizzi di pale da azionare con lo spirare dei venti, Vulcano invece lavorava all’osservatorio vesuviano, occupandosi di eruzioni e di sismologia, mentre Plutone operava nel Regno dei Morti, nell’Averno, esibendo per la gioia del-le Anime la stessa scanzonata giovialità che trapela dai discorsi di Monti e della Ministra Fornero.
Sull’Olimpo contemporaneo i vecchi dèi sono stati soppiantati da altre divinità, dai nomi – per cosí dire – collettivi, ai li-miti dell’astratto, dalla fisionomia indeterminata, che un pittore non riuscirebbe a rappresentare su tela, né mai uno scultore in statue o gruppo marmoreo. Esse – le contemporanee divinità – si fanno chiamare Mercati, Borse, Finanza, e, a quanto ogni giorno è dato di constatare, il potere che esibiscono è di gran lunga superiore a quello un tempo goduto dagli antichi dèi pre-cristiani. Se un governo è di buona o pessima qualità, se una legge è ben fatta o non torna utile ai cittadini, se i sacrifici fiscali sono congrui o vanno quintuplicati, se dei Paesi, insomma, stanno bene o stanno male, e quanto valgono le rispettive monete, non lo determinano i popoli con la produzione che riescono a realizzare e con le proprie autonome scelte, ma le tre onnipoten-ti Entità, ispirandosi a parametri che spesso con l’economia non hanno niente a che vedere. Quando per esempio si seppe che Bill Clinton se la spassava con la bella Monica precipitò il dollaro USA, mentre di recente la “nipotina di Mubarak” ha fatto perdere in credibilità l’intera Italia.
Ma queste – mi chiedo – sono o non sono cose da pazzi?
Le verità è che gli dèi omerici e virgiliani nelle scelte che compivano ci mettevano la faccia, perché in campo ci scende-vano di persona a favore o contro un popolo, e quasi sempre in lite fra di loro: Marte contro Atena, Atena contro Apollo, Era contro Afrodite. E Giove se ne stava a osservare il tutto con la cistifellea stracolma di calcoli, irato ventiquattr’ore su venti-quattro, con in tasca sempre pronta una manciata di mitologici raudi da avvertimento.
La contemporanea Santissima Trinità invece si fa sentire e incide, ma senza mostrare il volto, mascherandolo in comode, anonime astrazioni: Mercati, Borse, Finanza.
Chi sono dunque gli uomini che ci stanno dietro?
Domando: è possibile conoscerne i nomi, i cognomi e il recapito (Stato, città, strada e numero civico)? Avrei in mente di allestire per loro qualche rito propiziatorio, magari una aggiornata ecatombe.
Devo solo trovare con che sostituire i buoi dell’antico rito, perché da ambientalista che sono, non sacrificherei mai degli animali innocenti, con tante “bestie” che ci sono, in giro per il mondo.
Aldo Cervo
… E poi il Fiume Giallo
Scrivevo in questa stessa rubrica nel 1993 che «Se Don Lisander, oltre un secolo e mezzo fa, andava a sciacquare i suoi panni milanesi in Arno, noi oggi ce ne andiamo a fare il nostro bucato linguistico nel Tamigi». Prendeva da questo il titolo il mio volumetto Dall’Arno al Tamigi.
Sono le mode. E, non ce ne accorgiamo, ma le mode ci vengono subdolamente imposte da chi ha potere (che sia potere politico, militare o economico). Un secolo fa, nel 1917, Libero Bovio scriveva, nella canzone “Reginella”: «Stive ’mmiez’a tre o quatto sciantose e parlave francese». Perché allora parlare francese era tanto “chic”, oggi è chic parlare inglese.
Ma le mode passano e anche il potere (oggi, direi, conta soprattutto quello economico) si sposta, non sono sempre gli stes-si a detenerlo. Da un po’ di tempo il potere si va spostando verso est. E non è escluso – sintomi già ce ne sono – che in futuro dovremo andare a sciacquare i nostri panni inquinati nel Fiume Giallo.