C’erano molti scrittori, intellettuali, artisti e anche molta gente comune, alla presentazione, avvenuta a Venafro nei giorni scorsi, del nuovo libro, “Il mio Novecento” (Ed. Eva, Venafro 2010, pp. 188, € 15,00), del venafrano Antonio Masi, già noto ai lettori molisani per le sue precedenti pubblicazioni “Affettuosamente da Venafro e La fiera nel tempo - Mercanti e avventori a Venafro e altrove”.
Di notevole interesse gli interventi dei relatori Vincenzina Scarabeo (che fungeva anche da moderatrice), Amerigo Iannacone, Aldo Cervo e Carmine Brancaccio.
Visibilmente commosso l’autore ha ringraziato, prima di passare la mano alle note musicali di Remo Passarelli.
“Il mio Novecento” è un libro ricco: documento e racconto, ricordi e denuncia, citazioni e pensieri, persone e luoghi, atmosfere e colore. Ed è un libro che arricchisce la bibliografia venafrana e merita di avere un suo spazio in tutte le biblioteche molisane, pubbliche e private.
Riportiamo qui un breve passo del libro: «Qui ritrovo i volti degli ultimi contadini che salutai nel 1960 e subito iniziano domande sul tempo trascorso, senza interrompere il gioco. Osservo ad uno ad uno i piú anziani. Mi commuovo. Rivedo nei loro volti i tanti contadini che lasciai, mezzo secolo fa, seduti dietro il chiosco dei giornali in piazza Garibaldi, timorosi di farsi notare dal fattore, mentre l’oratore comunista continuava a parlare sul carro agricolo trasformato in palco. In tutti ritrovo gli stessi tratti, la stessa sensibilità contadina. La ritrovo sul dorso delle loro mani rugose, rattrappite dal vento e dalla fatica.»