Comunicato stampa IXTA FLUMEN
Sabato 18 Luglio 2015 dalle ore 18,00 presso il Parco turistico “Oasi delle Mainarde” sulle sponde del Lago di Castel San Vincenzo sarà presentato il volume “Iuxta flumen Vulturnum”.
Il libro a cura di Federico Marazzi e Alessandro Luciano con il contributo di oltre venti studiosi è stato pubblicato per i tipi della Volturnia Edizioni all’interno della collana “Studi Vulturnensi”. All’evento interverranno il Parlamentare europeo Aldo Patriciello, l’ing. Giovanni Topo, responsabile Enel Unità Business Sud e Il Soprintendente ai Beni Architettonici del Molise arch. Carlo Birrozzi. Le relazioni sono affidate ai curatori del volume Federico Marazzi e Alessandro Luciano dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. A fare gli onori di casa il sindaco del comune di Castel San Vincenzo, Domenico Di Cicco. L’opera ha per tema gli Scavi lungo il fronte fluviale dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno ed è stata in parte cofinanziata dall’Enel Produzione S.p.A. Le circostanze che hanno consentito di indagare un’area tanto prossima al corso del Volturno, sono state determinate dall’avvio, a partire dall’estate del 2005, dei lavori di manutenzione della centrale idroelettrica Enel impiantata alle sue sorgenti, che si trovano non distante dal sito archeologico di San Vincenzo al Volturno. L’esigenza, insorta nel corso dei lavori, di intervenire sui bacini di stoccaggio delle acque da inviare nelle condotte forzate, ha imposto il riversamento nell’alveo naturale del Volturno di flussi idrici imponenti, riconducendone, di fatto, la portata a quella che alcune foto d’epoca testimoniano per i decenni iniziali del XX secolo. Nelle condizioni attuali, essi avrebbero però determinato l’allagamento dell’area archeologica monastica nel frattempo riportata alla luce. Questo problema ha indotto la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ad individuare, di concorde avviso con l’ENEL, la soluzione di provvedere all’intubazione del tratto del fiume prospiciente gli scavi e, in particolare, di fronte a quella del complesso del cosiddetto “San Vincenzo Minore”, tra il Ponte della Zingara e le Cucine monastiche, riportate alla luce nel 2001 [...] L’intervento era originariamente finalizzato all’individuazione degli antichi argini fluviali, per consentire interventi di protezione delle strutture monastiche ad essi adiacenti, soggette a periodiche infiltrazioni d’acqua, ma rapidamente si è rivelato un’occasione unica per comprendere come l’insediamento monastico si relazionasse fisicamente col corso d’acqua antistante. Le ricerche, infatti, hanno portato alla scoperta di un grande pontile ligneo, databile al IX secolo, costituito da piattaforme e banchine lignee, associate a strutture in muratura fondate direttamente nel terreno dell’alveo fluviale.