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“DAL MODERNO AL CONTEMPORANEO UN VIAGGIO LUNGO UN SECOLO”
Isernia - Palazzo Orlando
Mostre e convegni
Start : Giovedì 8 Dicembre 2011, 8:00
End : Domenica 8 Gennaio 2012, 8:00
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L'8 Dicembre la Galleria d'Arte Maggiore di Bologna, in collaborazione con Ag++ e con il patrocinio del Comune di Isernia, apre nella cornice di Palazzo Orlando ad Isernia, in Via De Gasperi, un'importante mostra collettiva curata da Giovanna Palumbo Perna. L'esposizione si propone come un intrigante percorso che, attraverso alcuni dei momenti più significativi del Novecento, porta il visitatore a confrontarsi con la creatività più viva della scena artistica dei giorni nostri.

Il filo che conduce alla contemporaneità parte da lontano, da quel "Moderno" citato nel titolo della mostra che si impone come punto di partenza imprescindibile. All'inizio del percorso compaiono i Maestri del Novecento che hanno fatto grande l'arte italiana nel mondo: prima di tutti Giorgio Morandi, rappresentato da un nucleo significativo di acqueforti che dimostrano la spiccata vocazione dell'artista per l'arte incisoria, e Giorgio de Chirico, di cui sarà esposta una selezione di grafiche, alcune acquarellate, dalla forte carica evocativa. Negli stessi anni di De Chirico si forma anche Filippo de Pisis, che dà vita però a composizioni del tutto personali in cui forte è l'influenza dell'ambiente internazionale parigino in cui si immerge a partire dal 1926. Con le opere del periodo maturo di Ottone Rosai, si entra invece in contatto con il cosiddetto "ritorno all'ordine" che caratterizza l'arte
italiana nel periodo delle post-avanguardie. Il netto cambiamento di direzione portato avanti in Italia a partire dal secondo dopo guerra è esemplificato dai lavori di Antonio Corpora e Toti Scialoja che, dopo numerose svolte, aprono le porte alla grande stagione informale, con cui si sono confrontati numerosi altri artisti presenti in mostra.
É il caso di Mattia Moreni, grande interprete della pittura gestuale prima di approdare negli anni Novanta a una figurazione volutamente beffarda, interessata a temi quali il rapporto dell'uomo nell'età elettronica, la regressione della specie e della pittura stessa. L'Informale è ben rappresentato in mostra anche sul fronte internazionale con le opere di Antoni Clavé, artista spagnolo ma francese di adozione, amico di Picasso e affine per ricerche stilistiche ad Antoni Tàpies. Queste opere dialogano con il clima surrealista in cui ci immerge Sebastian Matta, artista cileno, di cui la mostra dà atto anche della produzione scultorea, entrato in contatto con Breton a Parigi prima di influenzare in modo decisivo il lavoro di alcuni, poi celeberrimi, artisti a New York, come il giovane Pollock. Il successivo ritorno alla figurazione è testimoniato da una parte dal Nouveau Realisme di Arman, con le sue famose accumulazioni, e dall'altro dalla stagione Pop, indagata su più fronti: quello inglese, con le opere di Allen Jones, e quello italiano con l'interpretazione che ne ha dato Mario Schifano. Gli artisti torneranno poi a confrontarsi con la figurazione dopo le ricerche più concettuali degli anni Settanta. In questo contesto si inseriscono i lavori di Salvo, con una figurazione semplificata, stilizzata, resa da colori vividi, e soprattutto la Transavanguardia degli anni anni Ottanta, rappresentata in mostra dalle opere di due dei suoi interpreti più significativi: Mimmo Paladino, di cui sarà presentata la serie di vasi in ceramica dedicata alla Mitologia greca, e Sandro Chia. Di quest'ultimo saranno esposte anche alcune opere in ceramica realizzate con il contributo della Galleria d'Arte Maggiore di Bologna per la recente mostra al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. In questo contesto dominato dalla Transavanguardia, la mostra vuole dare rilievo anche a un gruppo romano di artisti che porta il suo contributo al rinnovato interesse per la pittura e la scultura di ascendenze però nuovamente
astratto-informali: ecco quindi i lavori di Piero Pizzi Cannella. Per gli anni più recenti, i curatori hanno puntato su un selezionato gruppo di artisti: le raffinatissime opere di Davide Benati si incontrano con lo stile di Nino Longobradi, artista napoletano con una predilezione per una tavolozza ridotta di colori ma fortemente materica.
La monocromia caratterizza anche le opere di Marco Tirelli e la stessa raffinatezza la si ritrova anche nella produzione scultorea di Jessica Carroll, tutta incentrata sul tema animale e vegetale. Pablo Echaurren riporta in mostra un'esplosione di colori e vivacità, mentre Francesco Casorati, ci porta nel suo universo magico e fiabesco. Infine, la mostra rende omaggio a una grande famiglia di artisti: i Pignatelli. A partire dalla pittura figurativa del padre Ercole, i tre figli hanno elaborato ricerche del tutto personali. Luca Pignatelli è affascinato soprattutto dalla possibilità di sperimentare nuovi materiali: tele di canapa cucite tra loro, pannelli industriali, coperture di cargo ferroviari, interrotti da cuciture doppie o da strappi ricuciti. Con Francesco Pignatelli si entra invece con decisione nel mondo della fotografia: nelle sue opere cattura icone del nostro tempo, paesaggi noti a tutti noi, gioca con la grande storia dell'arte e col Rinascimento per poi mostrarci il negativo, sottoposto a manipolazioni cromatiche, di queste immagini che improvvisamente perdono così la loro familiarità. Con Daniele Pignatelli si arriva infine ad un forte coinvolgimento polisensoriale e dinamico del visitatore, dato dalla scelta
dell'artista di dedicarsi essenzialmente alla ricerca video. Le opere della famiglia Pignatelli diventano così emblematiche per una riflessione più generale sulle dinamiche di sviluppo della sperimentazione artistica contemporeanea che, partendo dall'interno delle tecniche più tradizionali, come la pittura, spazia successivamente in campi sempre più lontani ed eterogenei.

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